Legalità

Dal 1993 al 1998 (assieme a Rita Borsellino, Antonino Caponnetto, Gherardo Colombo, Luciano Violante, Giancarlo Caselli, don Luigi Ciotti, Giuliano Zattarin) ha operato all'interno del "Gruppo Sariano ", partecipando a numerosi convegni-incontri nelle scuole e/o Associazioni sul tema della legalità e dell'impegno civile contro la mafia.
Nel Novembre-Dicembre 1993 interviene:
-28 Novembre con Sandro Curzi (già Direttore TG3), sul tema “I Padri fanno e disfano?” (con note critiche e recitazione testi di Palazzeschi, Martinetti, Balla, Caproni, Pasolini)

-5 Dicembre con Luciano Violante (Presidente Commissione antimafia) sul tema “La tela del ragno” (con note critiche e recitazione testi di Bufalino, Buttitta, Hikmet, Neruda)

-12 Dicembre, con Giancarlo Caselli (Procuratore della Repubblica di Palermo), Libero Mancuso (Sost. Procuratore della Repubblica di Bologna, sul tema “In viaggio alla ricerca del Padre” (con note critiche e recitazione testi di Amenofi IV, Capo Seathl, Turoldo, Jozsef, Squarotti, Hikmet, Vallejo, Asturias, Risi, Levi, Andrade, Salinas, Cvetaeva, Zanzotto, Piumini, Formentini, Coviello, Sanguineti, Machado…)

-19 Dicembre, con Gherardo Colombo (Sostituto Procuratore di Milano), Umberto e Filippo Ambrosoli (in memoria del padre Giorgio Ambrosoli), sul tema “I segni del Padre” (con note critiche e recitazione testi di Depestre, Risi, Hikmet, Alberti)

Il 5 Aprile 1995, su invito del Comitato Interparlamentare per la Costituzione, partecipa a Palazzo San Macuto (con lettura di brani tratti dal volume “Vi racconto la Costituzione” di Michele Del Gaudio) assieme a Nilde Iotti, Stefano Rodotà, Antonino Caponnetto al dibattito “La Nostra Costituzione”.

Realizza un recital contro la mafia e lo propone nelle scuole di Corleone (con relazione e intervento di Luciano Violante) di Castellammare di Stabia e di Treviso (con intervento di Antonino Caponnetto), di Mogliano Veneto, Paese, Treviso (con intervento di Gherardo Colombo), Piano di Sorrento (con intervento di Antonino Caponnetto e Rita Borsellino).


Nota dell'autore:
I teatranti sanno anche amare e credere.
Certi teatranti, a volte, cercano di uscire dal libro, dal copione, dalla scena –se necessario.
Magari per scandire l’indignazione, magari per sussurrare una speranza (si sa, il loro strumento migliore è la voce: l’estensione delle corde vocali).

Sembrava utopia nel 1993 poter coniugare letteratura e diritto, recital con testimonianze giuridiche, monologhi teatrali con interventi di magistrati impegnati contro la mafia e/o la “camorra”.
Ma è accaduto. E per anni. Nessuna carta scritta o da triturare potrà mai motivare a sufficienza l’emozione umana (ripeto “umana” e non professionale) di recitare (o, per meglio dire, “comunicare”/”porgere” testi/monologhi sull’”impegno”) a platee di studenti e docenti (o di cittadini) con accanto altri e ben più importanti personaggi a parlare di lotta alla mafia, a portare testimonianze vive sul diritto alla pacifica convivenza civile, a stimolare e riflettere sulla condizione dei giovani.
Quanti viaggi e “percorsi”, in particolare con Antonino Caponnetto e Rita Borsellino.
E quante geografie!
No! Non c’era alcuna scena o fondale.
Un tavolo, delle sedie e la nudità della voce e del racconto.
Le parole di Nino e quelle di Rita restavano nell’aria.
Quelle sì: avevano una “levità” autentica: si spandevano, “toccavano”: incisioni di peso e di valori.
No: io contribuivo solo in minima parte.
Imparavo soprattutto che esiste una parola della verità, della testimonianza.
Certo, a modo mio, raccontavo i monologhi scritti “in memoriam a Paolo”, riprendevo Rostand o Hikmet (Depestre o Neruda): ma altra cosa la lezione “tonale”, “vocale” e “umana” di Rita e di colui che affettuosamente chiamavamo “nonno Nino”.
E restavano i segni, le commozioni dei giovani, degli adulti, dei vecchi!
E così Castellammare di Stabia, Torre Annunziata, Piano di Sorrento, Vico Equense, Meta, Gragnano, Sarno, Pomigliano d’Arco, etc… da puntini geografici marginali, da puntini di legalità minimale, diventavano “luoghi”, “territori” d’ascolto, “territori” di speranza.
E poi Corleone, Palermo, la Sicilia.
E le altre geografie: Treviso, Carbonera, Mogliano Veneto, Resana, il Veneto.
E Rovigo e Sariano.
Già, Sariano: altro puntino geografico sperduto tra le campagne del Polesine dove tutto è nato (mi riferisco alle attività del Gruppo Sariano costituitosi nel 1993: di cui ho fatto parte assieme a Don Giuliano Zattarin, Don Luigi Ciotti, Rita Borsellino, Giancarlo Caselli, Antonino Caponnetto, Vittorio Borraccetti).
Decine di convegni (arrivavano da ogni parte d’Italia studenti, insegnanti, intellettuali, semplici cittadini) e il paesino diventava “blindato”: convegni che incrociando diritto, filosofia, letteratura, teatro, poesia, hanno visto gli interventi di Don Giuseppe Dossetti, Alessandro Galante Garrone, Gianni Vattimo, Anselma Betancourt, Stefano Benni, Erri De Luca, David Riondino, Sandra Bonsanti, Massimo Cacciari, Paolo Flores D’Arcais, Paolo Hendel, Anatoli Balasz, Paola Gassman, Ugo Pagliai, Paolo Rossi, Claudio Sabelli Fioretti, Guido Papalia, Saveria Antiochia, Giuseppe Di Lello, Sergio Quinzio, Antonio Riboldi, Pier Luigi Vigna, Luciano Violante, Don Giuliano Zattarin, Don Luigi Ciotti, Rita Borsellino, Giancarlo Caselli, Antonino Caponnetto, Vittorio Borraccetti.

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